martedì 18 novembre 2008

L'uovo lassù. Parte 3

Era quello che temeva alla fine. Poco dopo aver sentito il rumore improvviso, si vide sovrastare da un grosso Nurgle, di cui aveva sentito l'olezzo già mentre saliva sull'albero. E, lo sapeva, avrebbe dovuto cacciarlo via con la Lancia Ricurva già prima di iniziare a salire. Ora il Nurgle era sopra di lui, grosso e minaccioso e Nolcai se ne stava con la fune in mano e la lancia appesa sulle spalle, irragiungibile. Chiuse gli occhi e sussurrò tre veloci parole. Il Nurgle gli saltò addosso, ma la fune in una sfolgorante fiammata divenne come una frusta infuocata sprizzando scintille fra le dita del ragazzo. Il bestione informe urlò e spalancò gli occhi. Aveva l'uovo sotto il braccio, ancora stretto come un dono prezioso. Fece un balzo indietro, incredulo e l'uovo cadde sul buio sottobosco morbido, finendo fra fitti cespugli da cui scaturirono mille versi minuti e strani.
Il Nurgle però non ci mise molto stringere gli occhi e l'illusione della fune fiammante scomparve ben presto alla sua vista. Ma anche il giovane stregone era sparito, lasciando l'umida corda ai piedi della creatura. Questi, infuriato per la perdita dell'uovo e per l'insolenza di quel piccolo uomo, prese a frugare fra i cespugli, stracciando via rami, grossi funghi marci, interi strati di muschio e felci centenarie. Ma ormai non vi era traccia dell'uovo ne di Nolcai.
Intanto, pochi istanti prima, il ragazzo aveva in tutta fretta tirato fuori da una tasca un Cercatore mentre si gettava fra i più grossi cespugli. Arrancava rapido a gattoni allontanandosi dal Nurgle in direzione dell'uovo, poco lontano. Lo trovò subito, prendendolo con un braccio mentre puntava il Cercatore nei dintorni cercando un passaggio. Lo trovò presto, seguendo una via di cinghiali nel mondo del sottobosco. Entrò nel buco in fretta, sentendo che l'effetto della fune in fiamme terminava, e prese a strisciare verso l'interno. Dopo non molto finalmente riuscì a rimettersi quasi in piedi, nel sottosuolo pulsante di Iklos. La galleria, appena rischiarata dai Licheni di Num, scendeva ancora di poco, per poi dividersi ben presto in due. Nolcai deciso prese il pertugio di destra, dopo aver scorto proprio all'ingresso una piccola runa incisa nella volta. Gran parte del tunnel, largo a sufficenza per camminarci in modo spedito, era scavato nella terra densa e profumata e numerose radici sbucavano per rigettarsi poi poco più in basso. Ma roccie spuntavano qua e la e il pavimento sembrava anch'esso solido e sicuro, come granito ricoperto da un tappeto scricchiolante.
Nolcai camminò ancora per un po, fino a che come pensava la via non lo portò ad una delle Sale di Passaggio. Un'ampia sala si aprì davanti a lui, con le pareti ricoperte da solide travi di quercia e la volta alta chiusa ancora da curve travi annerite. In alto uno stretto pertugio si apriva e continuava in verticale verso l'esterno. Al centro della sala un grosso camino in pietra era acceso perennemente, con le braci rossastre. Senza pensarci, Nolcai alimentò il fuoco con qualche tronco fra quelli impilati dentro una grossa nicchia in una parete. Era sempre uso comune farlo e di buon auspicio, e inoltre garantiva la Sala rimanesse sempre al caldo, per tutti i viandanti. Il ragazzo si riposò un poco e poi prese deciso l'apertura verso Est, che imboccava un tunnel ampio e ben tenuto, nel quale le radici che sbucavano dalla terra compatta, erano ben tenute lungo le pareti, con sinuose legature e piacevoli giochi di ferro tornito.
...continua