mercoledì 15 ottobre 2008

L'uovo lassù

Non aveva dimenticato nulla, sperava. Per tutta la mattina aveva camminato inoltrandosi sempre più nella foresta, al fresco umido dell'ombra dei maestosi alberi nodosi. Era lontano da qualsiasi sentiero o passaggio fra quelli usati dalla sua gente. Neanche il vecchio Morgas passava di la per cercare le sue preziose erbe. Almeno non immaginava che poteva arrivare sino a dove lui si era spinto, perlomeno considerando le sue gambe stanche e anziane, ma sicuramente qui avrebbe trovato tante di quelle piante strane e rare. Ma lui aveva deciso di entrare nella Valle delle Rane e proseguire così tanto e anche così lentamente nell'intricato dedalo fra gli alberi, solo per trovare il tronco giusto su cui salire.
Ora si era concesso una breve pausa per mangiare qualcosa, giusto un tozzo di pane con un podo di quella deliziosa crema che preparava sua nonna e che, dicevano in molti, sarebbe bastata ad un Nurgle per sopravvivere per un mese! Riprese il cammino ben presto ed infine, quando lassù riusciva a scorgere la cima di Mont'Arruia, decise di cercare l'albero più grosso nei paraggi. Vide un gigantesco tronco con una rugosa e spessissima corteccia, segnato dai secoli, completamente ricoperto dal muschio viscido. Non sarebbe stato un problema salirvi, con i suoi scarponi uncinati. Infatti si mise subito all'opera, ed iniziò a salire rapidamente. Dopo non molto il muschio sparì, lasciando il posto ad una folta edera che saliva lungo il tronco. Si aiutava con i grossi rami che dipartivano decisi dal tronco principale, intrecciandosi spesso con gli alberi vicini.
Saliva, e più saliva più rimaneva meravigliato dalla vista. Mai era salito così in alto, prima, almeno non in quella zona. Pochi si inoltravano così tanto in quella valle e ancora meno si arrampicavano e potevano godere di una vista così ampia!
Finalmente, dopo una grande fatica, arrivò nei pressi della cima. Poco più in basso della volta più alta degli alberi, scorse l'obiettivo della sua ricerca. Proprio nell'intreccio di 4 grossi rami, fra i più grossi a quell'altezza, stava un gigantesco nido, contornato da una sorta di leggera foschia. Un nido enorme, largo come 5 uomini distesi. Non era molto lontano, in effetti l'aveva scorto quasi d'improvviso, uscendo dal folto delle fronde. Il nido era ben mimetizzato nel verde.
Quasi poteva toccarlo. Col cuore che batteva all'impazzata, guardandosi attorno, fece l'ultimo sforzo e si avvicinò al nido, sporgendosi. E vide quello che desiderava. Molti gli avevano detto che avrebbe dovuto scalare decine di nidi, per trovare un uovo. Ma lui sentiva nel cuore che sarebbe stato fortunato. Ed infatti il nido aveva un grande uovo! Proprio al centro, grande come un caprone. Entrò nel nido svelto ed aprì il sacco che aveva sulle spalle. Tirò fuori la lunga fune, fine e resistente che gli era costata un mese di lavoro presso il buon Ghillias. Avvolse il grande uovo in una rete che lui stesso aveva preparato, poi fissò un'estremità della fune alla rete. Con un grande sospiro, iniziò a far rotolare l'uovo nel nido, fino a farlo uscire da un bordo. Puntò ben bene le gambe sul fondo del nido e iniziò a far scendere pian piano l'uovo lungo l'albero.
Sentì lontano lungo la valle, proprio al lato del monte, un lungo e inquietante gracidare. Alzò lo sguardo e vide un'ombra nel cielo, proprio sopra la volta degli alberi che planava verso di lui. Un Rasac! Volava verso il suo nido...
...continua